Nonostante il divieto del sindaco Luzchov, un drappello di dimostranti ha comunque sfilato a Mosca, tra le proteste dei nazionalisti e dei cristiani ortodossi.
Le associazioni gay moscovite hanno sfidato per il dodicesimo anno consecutivo il divieto del sindaco Luzchkov ( che ha sempre apostrofato il gay pride come "satanico") ed hanno sfilato per il pride, anche se tra innumerevoli difficoltà e proteste.
Domenica infatti, poco meno di un centinaio di gay hanno protestato davanti al conservatorio Tchaikovsky cantando slogan contro l'omofobia. A fronteggiarli da una parte forze dell'ordine e squadre anti sommossa per disincentivare chiunque volesse aggiungersi alla protesta, dall'altra dimostranti cristiano ortodossi ed una quindicina di nazionalisti pronti a lanciare uova contro i protagonisti della sfilata.
Uno dei partecipanti è stato picchiato. Il bilancio finale è stato di 36 arresti: 13 per aver tentato di portare a termine il gay pride vietato dalle autorità, altri 23 per resistenza.