| Premettendo che non sono più una giovincella, nel corso degli anni di CO ne ho fatti davvero tanti...e nei modi più disparati.
Il primo, ovviamente, a me stessa.
Incredibilmente è stato il più semplice perchè da quando ho iniziato a fantasticare sulle ragazze, sia da sveglia che in sogno (sogni così spaventosamente realistici da non lasciar nessun dubbio che la cosa potesse nella reltà non darmi lo stesso piacere) non mi sono mai posta il problema se fosse "sbagliato" o innaturale o come avrei vissuto la mia vita.
A quei tempi avevo 17 anni ed ero fidanzata già da 2 con un ragazzo, al quale lo raccontai senza troppe remore...lui, sperando spudoratamente in un menage a trois, era assolutamente favorevole alla scoperta della mia bisessualità.
Ma abitando in un piccolo paese bigotto, senza ancora internet...come potevo io trovare uan ragazza?
Per due anni le mie rimasero solo fantasie.
Provvidenziale fu la mia passione per i manga, nella cui ribrica della posta trovai una ragazza bisex di Milano alla quale iniziai a scrivere. Da lì, l'incontro e il goffo tentativo di un approccio furono scontati...ma anche se con lei la storia non funzionò, ormai ero certa di quanto mi piacessero le morbide labbra di una ragazza.
A 21 finalmente trovai un'altra ragazza, con la quale sono poi stata 6 anni (sempre rimanendo anche fidanzata col mio ragazzo col quale convivevo) (tra parentesi, 3 anni fa è finita con entrambi) e da allora sono inziati davvero i miei CO.
Sorvolando su quelli internettiani, visto che con chi non conosco sono solita quasi metterlo in chiaro da subito, infilandolo in una conversazione senza farmi troppi problemi, il primo a cui lo dissi a 4 occhi fu il mio miglior amico, Jonny.
Non potè che prenderla bene, anche perchè non avevo mai fatto mistero di frequentare locali gay o della mia assolutà libertà di pensiero sull'amore o il sesso.
Tantè che la cosa non sorprese nemmeno la mia migliore amica, alla quale lo dissi in successione e che mi rispose "io lo sapevo da un po'...ma non ero sicura che lo sapessi anche te!"
Quindi un secondo successo!
Il problema rrivò invece piuttosto inaspettatamente con mia madre.
Anche a lei avevo sempre lanciato segnali, frasi ambigue...ed ero certa che essendo una donna di grande intelligenza ed intuiszione avesse capito.
Avevo temporeggiato sul dirglielo, vivendo già fuori casa non era una necessità visto che ben poco sapeva di come vivessi.
Ma quando mi lasciai col mio ragazzo, per un breve periodo tornai a vivere con lei...e fu lì, prima che potessi parlargliene, che mi vide baciarmi con la mia ragazza.
Quello che la ferì fu la bugia, vide il mio silenzio come una menzogna voluta, mentre io cercavo di farle capire che non è facile dire ad un genitore che si è gay, sapendo che lui immagina già di vederti sposata con figli e una vita "normale".
Ci sono voluti alcuni mesi per sistemare la cosa, ma ovviamente l'amore di una madre ha sopraffatto l'astio per la bugia e ora, sebbene preferirebbe che io frequentassi ragazzi, a lei basta che io sia felice.
Ciò che di sicuro posso dire è chenon essere mai stata sola mi ha sempre aiutata. Forse ce l'avrei fatta lo stesso, perchè il mio carattere è forte per natura e non ho mai pensato di essere diversa o sbagliata, ma sicuramente avere persone accanto nella mia stessa situazione o amici comprensivi è stata la fortuna più grande che potessi avere e spero che tutti possano vivere bene come me la propria omosessualità!
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