Remake della pellicola di John Waters del 1988 con Divine e del musical di Broadway sold out dal 2002, il film uscirà nelle sale italiane il 28 settembre. Nel cast John Travolta, Zac Efron e Michelle Pfeiffer
Zac Efron si innamora di una ragazzina ciccona, John Travolta diventa una donna e Michelle Pfeiffer perfida e snob, e quindi adorabile, viene sconfitta. No non è un incubo ma il film del momento, Hairspray.
Remake della pellicola di John Waters del 1988 con Divine e del musical di Broadway sold out dal 2002, il film uscirà nelle sale italiane il 28 settembre. È un musical politically correct dove i bianchi sono ricchi e belli ma antipatici e vengono umiliati da neri obesi che però sono abili nella danza. Diretto da Adam Shankman, che ha fatto della diversità una bandiera ('appartengo a una minoranza, essendo ebreo e omosessuale, il che m'ha costretto a fornirmi d'una volontà di ferro'), ‘Hairspray’ parla dei diritti dei neri e insegna che anche chi è grasso può farcela ma i gay americani lo hanno boicottato. Il motivo è la scelta di dare a John Travolta, adepto dell’omofoba Scientology, la parte che fu della mitica Divine. "Hairspray non è un film gay. Non c'è niente di gay in questo film e Scientology non è in alcun modo omofoba" è stata la risposta dell'attore che a trent’anni da 'La febbre del sabato sera' torna a ballare.
Ma questa volta veste i panni di Edna, mamma grassa della grassa Tracy (Nikki Blonsky), che vuole partecipare al Corny Collins Show. A ballare il twist sul palco sono però i giovanotti col ciuffo e le ragazzine bionde, non le persone grasse o gli afroamericani per i quali la perfida (Michelle Pfeiffer), ha ideato una ‘Giornata dei Negri’ ben distinta da quella dei bianchi.
E tra coreografie e momenti esilaranti si arriva al gran finale. La gara di ballo verrà vinta da un'adolescente nera e si formeranno due coppie inedite: Tracy con il figo Link Larkin (Zac Efron) e per la disperazione di mamma Pfeiffer la graziosa Penny con il nero Seaweed. Mamma Travolta invece si gode la scena, felice di mangiarsi tutta la porchetta che vuole.
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